Ciao! 
Siamo tutti in partenza per il grande ritiro di Vipassana che abbiamo organizzato insieme a Miasto, dove mediteremo con Shunyo e gli altri 100 buddha. Wow è davvero una cosa eccezionale che 100 persone si dedichino con così tanta dedizione a sedersi per un'intera settimana in meditazione, alla ricerca del loro vero se stesso. L'Italia da questo punto di vista è davvero soprendente, Osho ha fatto breccia nei nostri cuori e nelle nostre comprensioni più che in altri Paesi. E un piccolo contributo a condividere Osho lo diamo anche con questa newsletter: due articoli già apparsi sulla rivista mensile che spero troverai anche tu interessanti.
Buona lettura - Akarmo

Siamo liberi
di essere ricchi?

O stiamo reagendo
sulla spinta
di qualche
condizionamento
che ci impedisce
di prenderci
ciò che ci meritiamo?

Da un articolo apparso sull'Osho Times

I soldi sono senz’altro una del­le aree della consapevolezza uma­na in cui si addensano più misteri ed enigmi, in quanto rappresenta da un lato la sopravvivenza e dall’altro il riconoscimento del proprio “valore” dal punto di vista del mondo materiale.
Ed è anche un’area in cui si manifesta una certa quantità di dolore se non ci sentiamo soddisfatti di ciò che abbiamo, per una nostra intima sensazione di inadeguatezza, o confrontandoci con i parametri che la società, a molti livelli, ci propone.
Ognuno di noi ha una serie di credenze e identificazioni relative al denaro e in base a esse e in base a esse agisce, le manifesta nel mondo.
C’è chi nasce ricco e resta ricco, c’è chi nasce povero e diventa ricco, c’è chi nasce povero e resta povero, c’è chi nasce ricco e diventa povero. E naturalmente tutto ciò accade con una serie quasi infinita di varianti che dipendono dalla storia di ciascuno e da come ogni individuo reagisce ai condizionamenti che ha ricevuto. C’è chi si conforma agli standard ricevuti dalla famiglia, c’è chi...

Uomo
di verità!

L’opinione
degli altri
contrapposta
alla forza
che nasce
da dentro...

Testi inediti di Osho


Una domanda a Osho:
“Ti ho ascoltato parlare con i giornalisti l’altra sera e ti ho sentito così assertivo, mentre io sono un codardo… in questa nazione mi sento uno straniero e ho persino paura di andare in un negozio a comprare qualcosa. Più mi sento a mio agio con me stesso e con te e più forte si fa la paura della gente. Posso fare qualcosa oltre a osservarla, esserne testimone?”

E Osho risponde:
“Osservare è la cosa migliore che si possa fare, ogni altra cosa ha un valore minore.
Per quel che mi riguarda parlare è una cosa spontanea. Se parlo a voi lo faccio in modo dolce, soffice, non ho bisogno di essere assertivo, perché voi siete ricettivi e più ricettivi siete e meno ho bisogno di essere assertivo.
Ma quando parlo ai giornalisti...”