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newsletter n. 028

Ciao! 
Tra le varie mie attività del momento c'è anche prendersi cura, insieme a mia sorella, di mia madre 93enne. Abbastanza in forma in realtà per la sua età, ma con una memoria molto volatile. Così capita che ripete continuamente le stesse cose, oppure che ogni ragionamento per spiegarle qualcosa vada rifatto paro paro 5 minuti dopo... Mi dà una prospettiva diversa sul mondo della mente!
Una cosa che ho visto succedere spesso è che le consiglio di fare una certa cosa a cui lei non ha pensato... per esempio "cosa dici se oggi a pranzo ti preparo un risotto?", e lei "no no, oggi proprio non ho nessuna voglia di risotto". Dieci minuti dopo mi chiama e mi dice "stavo pensando a cosa mangiare per pranzo e ho proprio voglia di un bel risotto, cosa ne dici?". Capita spesso. E so che non ha cambiato idea pensando al mio consiglio, ma è convinta che sia una sua idea originale del momento.
E mi trovo a considerare "chissà quante idee abbiamo tutti in testa convinti che sono nostre e invece ci arrivano da chissà chi e chissà quando" che poi è la base della spiegazione che Osho dà sui nostri condizionamenti, la base del funzionamento della mente automatica: tutte le nostre idee sono state assimilate incosciamente, anche su cosa mangiare, ma soprattutto... su noi stessi! Arrivano dalle opinioni degli altri, che hanno preso le loro idee da altri, che le hanno prese da altri...
Per fortuna oltre a mostrarci il problema Osho ci dà anche un metodo per uscirne: la meditazione. E per averne un assaggio sostanzioso, quale occasione migliore dell'Oshofestival ormai alle porte? Ma intanto, esploriamo un po' la visione di Osho anche con questa newsletter con articoli tratti dalla rivista mensile
(guarda quanti regali ricevono gli abbonati).
Buona lettura - Akarmo


Un’esperienza
di morte...

Vissuta con amore
e consapevolezza


un articolo di Siddho

 


Questo è mio padre... un corpo che si affievolisce ogni giorno di più. Una coscienza che si ripulisce, che condivide verità nel momento e ricordi del passato. Una mente volta al positivo, alla gentilezza e alla gratitudine. Le mie lacrime sgorgano inaspettate e irrefrenabili, prive di emozioni e allo stesso tempo colme di sentimento, di gratitudine pura, per una persona che ha rispettato ed emanato continuamente libertà per se stesso e per gli altri nella sua vita: libertà piena di rispetto per il suo amore per la vita. 
Libertà nel lavorare 18 ore al giorno con il sorriso sulle labbra, libertà di amare con infinita accettazione la donna che gli è stata accanto, libertà nell’aiutare gli altri, per il semplice fatto che gli altri avevano aiutato lui, e questa era buona cosa nella vita. Libertà nel guardarmi sorridendo e al mio partire per l’India verso il maestro, le sue parole furono: “Se ti fa felice e ti porta gioia, vai... se sei contenta è giusto così”.
E ancora un pianto riempie i miei occhi e il mio cuore, non mi chiedo cos’è, semplicemente è.
È raro, e questo lo so, condividere esperienze di vita spirituali
...


>>>>>> continua la lettura


Divina
ignoranza


Ma cosa sappiamo veramente? Nulla!
Osho lo ribadisce ai partecipanti
di un campo di meditazione a Nargol, nel 1968,
mentre parla dei segreti della meditazione



Un prezioso testo di Osho


Per un ricercatore il primo “sutra” è: comprendere l’ignoranza. Per giungere a questa comprensione non occorre leggere le sacre scritture, perché rende solo molto più difficile raggiungere quella comprensione, né recarsi da un guru che può darti solo il “sapere”. Ma allora come potrai arrivare a comprendere l’ignoranza? Per comprendere il “non sapere” non servono i satsang, i discorsi su argomenti spirituali dove troverai solo parole e teorie, ma occorre comprendere la nostra realtà oggettiva, restando in solitudine, da soli. Dobbiamo continuamente chiederci: “Io so?”. E da dentro di noi giungerà la risposta: “No, io non so”. Potrebbe succedere che qualche teoria che conosciamo già si metta in mezzo e ci faccia dire: “Sì, io so”. Se è così, mettila un po’ alla prova: “Ho imparato queste cose ascoltando qualcuno, o leggendo? Oppure le so da me? Le ho imparate dalle sacre scritture? Si tratta di pure e semplici parole, di una teoria, o sono la mia esperienza diretta?”. Nel porti queste domande, proprio nello stesso istante, cadranno, non possono reggere!
Il sapere è totalmente privo di fondamento. Basta una piccola spinta e cade come un castello di carte. Il sapere è soltanto una barchetta di carta: la metti in acqua e va a fondo. Il sapere non è nostro, anche se pensiamo che lo sia. E rimane solo finché pensiamo che ci sia: il giorno in cui apriamo gli occhi e realizziamo tutto questo, quello stesso giorno, non esisterà più. E quando il sapere non esiste più
... si apre la porta per entrare nella vita.
Perciò nel discorso di stamattina c’è solo una cosa che vi voglio dire:
conseguite l’ignoranza. Nel sentirsi “ignoranti” c’è molta beatitudine, c’è molta gratitudine; abbandonate tutto il pattume del vostro sapere!  L’ignoranza ha una profondità che nessun sapere possiede. Poiché per quanto vasto possa essere, il sapere è limitato, ma il non sapere può essere illimitato. Il non sapere è senza limiti! Il sapere, per quanto grande possa essere, può spingersi più avanti. Il non sapere è infinito, non puoi aggiungervi nulla. Se sai qualcosa, puoi sapere di più. Se non sai, non sai! Non vi è modo di aggiungere o sottrarre alcunché a questo livello.  
A questa consapevolezza di non sa­pere, Sant’Agostino aveva dato un nome...


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